Il tradimento: separazione o perdono?

di Maria Assunta Spina

Nella società attuale, sempre più frequentemente assistiamo a separazioni, divorzi, conflitti affettivi il più delle volte riconducibili al tradimento messo in atto da uno dei due partner.

Tenterò di tracciare qualche riflessione in merito a questo tema delicato ma molto dibattuto ponendo l’accento sul significato simbolico e psichico del tradimento, aggiungendo una breve analisi dal punto di vista psicoanalitico.

 

Simbolicamente il tradimento rappresenta la perdita di un oggetto d’amore al quale spesso segue la ricerca veloce e scarsamente consapevole di un sostituto dell’oggetto amato e ormai perduto. Tutti sappiamo, in maniera più o meno consapevole, che non esiste amore di coppia che possa considerarsi al riparo dalla crisi o addirittura dalla fine, poiché il rischio dell’abbandono è insito in ogni rapporto interpersonale. Qualcuno scriveva, forse con una nota di esagerazione: “un uomo che giuri amore eterno o pretenda eterna fedeltà dice comunque delle considerevoli sciocchezze” (Darian Leader, Le promesse degli amanti, 1997, pp. 16). Nonostante i rischi che corriamo, l’amore rappresenta da sempre uno scopo di vita fondamentale.

 

Ma come nasce l’amore tra due partner? Ricordiamo Freud (1914) il quale sentenziava che dietro ogni forma di amore si nasconde in realtà un sogno narcisistico, al punto che secondo il padre della psicoanalisi non esiste amore per l’altro che non sia principalmente amore per se stessi. Anche la scelta del partner difatti, secondo Freud, non è mai casuale, ogni persona sceglie sempre di amare inconsciamente colui/lei che rappresenta l’ideale del proprio Io. Ed è a questo livello che i primi mesi di una coppia sono caratterizzati dalla totale idealizzazione, i difetti dell’altro vengono minimizzati, tutto appare meraviglioso, idilliaco ed..eterno!

 

Si struttura quindi una relazione affettiva che assume la natura di un patto implicito, una promessa che non può prescindere dalla totale fedeltà.

All’interno di tale dinamismo di coppia, il tradimento attuato dal partner comporta un trauma di significativa importanza che invade tutta la vita psichica della persona tradita ed offesa. Il trauma diventa avvolgente, spesso disperante, l’angoscia appare diffusa ed è connotata da quella che Lacan (1960) definisce “la mancanza della mancanza”, uno stato di disperazione dove sembra impossibile continuare a vivere senza il partner che ci ha abbandonato.

 

Il vissuto che segue al tradimento risulta depressivo, l’umiliazione subìta diventa un’offesa difficile da tollerare e da sostenere (Recalcati, 2014): per tali ragioni l’abbandono in amore è paragonato ad un vero e proprio lutto da elaborare. Come è noto, il lutto per essere elaborato ha bisogno di un tempo non sempre misurabile in maniera oggettiva. Soltanto dopo aver svolto il lavoro di elaborazione il partner tradito può scegliere tra le due strade che di solito gli si pongono di fronte: la strada del perdono o quella della separazione, e quindi della rinuncia. Entrambe le strade non risultano mai semplici da percorrere e spesso si rimane in uno stallo angosciante nell’attesa di capire quale percorso di vita intraprendere.

 

Il perdono apre le porte alla possibilità della ricostruzione laddove l’elaborazione ha permesso di pensare alla riconciliazione. Per affrontare in maniera sana la riconciliazione bisogna finalizzare l’esperienza vissuta per evitare ripercussioni costanti all’interno della coppia. Il tradimento inevitabilmente ridefinisce il rapporto di coppia, il rischio è quello di diventare terribilmente controllanti per il timore di rivivere l’esperienza dolorosa. Le energie allora rischiano di prendere la strada sbagliata ed essere canalizzate in maniera inappropriata. Diventa dunque fondamentale analizzare se stessi e comprendere quali risorse si hanno a disposizione per ricostruire il rapporto leso, cercando principalmente di comprendere se la decisione di “riprovarci” risponde ad un’effettiva capacità di rimarginare la ferita affettiva oppure semplicemente si tratta di voler “riprendere” il partner che prima ci apparteneva, andando a sanare la propria ferita narcisistica.

Quest’ultima evenienza solitamente risulta poco fruttuosa per la coppia, facilmente ci si ritrova a combattere una guerra fredda che produce sofferenza e riaccende i conflitti. In tali circostanze, ciò che conta è la capacità di mettersi in discussione come poche volte siamo in grado di fare.

 

 

 

Bibliografia

 

Freud S., Introduzione al narcisismo (1914), Boringhieri, Torino, 1976
Lacan J., Seminario VIII anno 1960, Il miracolo dell’amore, La Stampa, 2009
Leader D., Le promesse degli amanti, Feltrinelli, Milano, 1997
Recalcati M., Non è più come prima- Elogio del perdono nella vita amorosa,       Raffaello Cortina, Milano, 2014